dichiarato illegittimo il licenziamento di Sauro Certini

COBAS LAVORO PRIVATO
CONFEDERAZIONE COBAS
Camera del Lavoro Sociale – via Ragazzi del 99 Firenze – fax 05571880360
Web: http://cobasataf.org E-Mail: cobas.ataf@inwind.it

 

 
Il Tribunale di Firenze dichiara illegittimo il licenziamento di Sauro Certini

 

 
In data 27/6/12 il Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso di Sauro Certini, conducente di linea e del delegato sindacale Cobas in Autolinee Toscane, contro il proprio licenziamento, ordinando all’azienda di trasporto “l’immediato reintegro nel posto di lavoro dello stesso ” e condannandola anche al pagamento delle spese di lite.
Siamo felici di tale provvedimento, prima di tutto per Sauro, ma anche per aver respinto il chiaro tentativo da parte di Autolinee di aprire un precedente pericolosissimo per tutta la categoria degli autoferrotranvieri: con la scusa dei tagli alle risorse si coglie l’occasione per licenziare lavoratori “scomodi” perchè impegnati sindacalmente all’interno delle aziende.
Purtroppo questa vittoria viene nel giorno più nefasto per i diritti dei lavoratori: con il voto di fiducia di oggi alla Camera viene approvata definitivamente la riforma Fornero. Da oggi in poi casi di reintegro come avvenuto a Sauro non ci saranno più!!!
Il nostro ringraziamento, oltre a tutti/e quelli che in questi mesi si sono mobilitati per Sauro Certini, va ai nostri legali: gli avvocati Letizia Martini e Danilo Conte per l’ottimo lavoro fatto ma soprattutto per aver creduto che questa era una battaglia in cui c’erano in gioco i diritti di tutti i lavoratori.

 
Firenze, 28 giugno 2012

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art 18 altro che battaglia demagogica

Proprio in Toscana abbiamo avuto la dimostrazione di cosa significherà l’aggressione all’art 18 dello Statuto dei lavoratori: L’A.D. dell’azienda multinazionale francese GEST che gestisce la Tramvia di Firenze e detentrice anche del pacchetto di maggioranza di  “Autolinee Toscane”, addirittura anticipando la riforma Fornero, ha licenziato in tronco il delegato Cobas aziendale richiamandosi alla “motivazione economica” (taglio di una linea). Ragione con la quale si potrà licenziare senza  possibilità di ricorso al giudice né obbligo di reintegro. Questo sarà l’utilizzo che faranno i padroni del “licenziamento economico” risolto con una manciata di mensilità a titolo di indennizzo.
In realtà, è un sistema per liberarsi di lavoratori “scomodi”, lavoratori anziani o con contatti regolari per non riassumere nessuno o, bene che vada, con contratti di apprendistato fino a tre anni.
La stessa sorte potrebbe toccare tra breve a 63 lavoratori di Quadrifoglio SPA, in caso di chiusura dell’impianto di Case Passerini.
Ma, come amano ripeterci governo Monti e sindacati filo padronali, la riforma non riguarda solo l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ed hanno ragione!
È una riforma che mira ha dare la spallata definitiva all’intero sistema dei diritti e delle garanzie dei lavoratori dipendenti. Ci dicono che questa riforma sarà un passo decisivo per stimolare la crescita, per attirare investimenti dall’estero e per incentivare il lavoro ai giovani e alle donne.
E’ falso: gli stessi argomenti sono stati usati nelle precedenti riforme dal 1996 in poi (pacchetto Treu, Legge Biagi) risultato: milioni di precari, lavoro nero, disoccupazione, in particolare quella giovanile oltre il 31% e quella femminile oltre il 50%. Una crisi economica spaventosa che sta riducendo in miseria pensionati e salariati.
La riforma ridurrà ai minimi termini l’indennità di cassa integrazione: il Ministro Fornero vuole abolire quella in deroga e quella straordinaria per cessazione dell’attività aziendale, attualmente finalizzata a ritardare di 24 mesi il licenziamento, che, quando poi sopravviene, è indennizzato con la mobilità da 12 a 36 mesi (12 per chi ha meno di 40 anni; 24 per chi ha tra 40 anni e 50; 36 per chi ha più di 50 anni).
Nelle linee guida della riforma del mercato del lavoro è contenuta anche l’abolizione dell’indennità di mobilità, che dovrebbe essere gradualmente sostituita con una specie di indennità di disoccupazione, ribattezzata ASPI (Assicurazione Sociale Per l’Impiego). Indennità che, a partire dal 2016-2017, durerà soltanto 12 mesi per i licenziati con meno di 55 anni, 18 mesi per quelli con più di 55 anni, 36 mesi, pare ma non è affatto certo, per quelli con più di 58 anni. La prospettiva è il licenziamento di migliaia di lavoratori senza reddito e con la pensione che sarà ancora di là da venire!
Altro che “universalizzazione” degli ammortizzatori sociali, l’unica cosa che questa riforma universalizza è l’abolizione di qualsiasi garanzia sociale e salariale.
Accanto ai licenziamenti facili che chiamano “flessibilità in uscita”, si affianca la “cosiddetta “flessibilità in entrata”: il contratto prevalente sarà l’apprendistato che dovrebbe trasformarsi in tempo indeterminato solo dopo tre anni, ma senza nessuna garanzia che ciò avvenga essendo la regolarizzazione ad esclusiva decisione dell’azienda. Il rischio, o meglio la certezza, per chi entrerà nel mercato del lavoro dopo questa devastante riforma del governo a servizio delle banche e dei padroni, è di rimanere apprendisti per tutta la vita o licenziati.
 Confederazione Cobas Toscana

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Solidarietà a Bobo e ai compagni brindisini

Vogliamo esprimere la nostra solidarietà e la nosta vicinanza umana ai compagni brindisini sottoposti a misure restrittive della libertà personale in seguito a delle iniziative promosse per il diritto al lavoro dei disoccupati .Un pensiero particolare a Bobo fondatore della Confederazione Cobas Brindisi e  da sempre protagonista  nella sua città di mille battaglie sociali , politiche,ambientali sempre a fianco di oppressi e sfruttati e per questo preso di mira da misure cautelari

un abbraccio  e un augurio di rivedervi  tutti presto liberi

Confederazione Coabas Firenze

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sabato 15 Ottobre Tutti a Roma

MANIFESTAZIONE NAZIONALE  

sabato 15 ottobre ROMA – ore 14

da Piazza della Repubblica a P.S. Giovanni

 La giornata del 15 ottobre vedrà mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo, contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia compiuta, con le politiche anticrisi, a difesa dei profitti e della speculazione finanziaria. Le persone non sono un debito. Anche in Italia è già stata raccolta da tanti soggetti organizzati, alleanze sociali, gruppi informali e persone che hanno dato vita al Coordinamento 15 ottobre . Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo continua ad avvicinare. Vogliamo un’altra economia, un’altra società e una democrazia vera.

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…e ora Sciopero!!

…E ORA SCIOPERO!!!
Contro le 2 manovre economiche con le quali il Governo:
· massacra i lavoratori pubblici, ne proroga il blocco della contrattazione, degli incrementi
economici e delle assunzioni, fa attendere 2 anni il TFR (TFS), rende incerta l’erogazione
della tredicesima, rende coatta la mobilità e cancella migliaia di precari…
· fa passi decisivi per portare a 67 anni l’età pensionabile, che, a partire dal 2016, sarà
innalzata gradualmente per le lavoratrici del settore privato a 65 anni (per il pubblico
hanno provveduto nel 2010) per tutti sarà elevata di 3 mesi e ritardata di un anno …
· prevede il taglio alle “agevolazioni fiscali” come per spese sanitarie, interessi dei mutui,
per le ristrutturazioni, per la prima casa, per l’istruzione dei figli o la loro rimodulazione
in una legge delega sul fisco prevedibilmente per far pagare meno i ricchi e gli evasori…
· chiude e riduce servizi pubblici e sociali, ne ridimensiona la qualità, ne aumenta le tariffe,
ne privatizza i migliori, aumenta le tasse locali, apre l’assalto ai “beni comuni”…
· taglia pesantemente la sanità pubblica e istituisce super-ticket per esami e analisi, per
pronto soccorso e visite specialistiche…
· regala ai padroni 3 festività (25 aprile, 1 maggio e 2 giugno) storiche per la memoria della
lotta dei lavoratori e della resistenza antifascista e antimonarchica di liberazione …
· attribuisce agli accordi aziendali il potere di modificare in peggio le condizioni di lavoro
anche in contrasto con i Contratti Nazionali e previsioni legislative…
QUESTA NON È UNA MANOVRA FINANZIARIA CHE, COME AFFERMA SPUDORATAMENTE IL
GOVERNO, SERVIREBBE AD USCIRE DALLA CRISI ECONOMICA, MA È UN ASSALTO, UNA
DICHIARAZIONE DI GUERRA DEI PADRONI CONTRO I LAVORATORI E I CETI POPOLARI.
Una aggressione contro chi non l’ha provocata ma subìta, con licenziamenti,cassa
integrazione, la rapina del caro-vita, l’intensificazione dello sfruttamento, con la
cancellazione della democrazia sui luoghi di lavoro.
A TUTTO QUESTO È IL MOMENTO DI DIRE BASTA !!!
LO SCIOPERO DEL 6 SETTEMBRE SIA UN PUNTO DI PARTENZA
PERCHÉ LA CRISI LA PAGHI CHI L’HA PROVOCATA: PADRONI E BANCHE
É uno sciopero che deve anche mettere la Cgil di fronte alla sua corresponsabilità per le
scelte collaborazioniste fatte insieme a cisl e uil nonostante il loro evidente esito
fallimentare. La dirigenza Cgil dovrebbe spiegare le sue incoerenze nel chiamare allo
sciopero e allo stesso tempo firmare accordi liberticidi come quello del 28 giugno o
procedere a braccetto con Confindustria come con il “patto sociale” del 4 agosto.
SCIOPERO GENERALE
MANIFESTAZIONE
6 SETTEMBRE 2011 ore 9
FIRENZE – P.ZZA SS.ANNUNZIATA
 COBAS FIRENZE
(settore privato – pubblico impiego – sanità)

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La devastante manovra economica di agosto.

Eravamo appena rimasti “tramortiti” dalla manovra ultima di luglio che è arrivata, ben più pesante, quella di agosto. Per andare incontro alla crisi finanziaria internazionale, al crollo delle borse, ai diktat dei banchieri e delle grandi imprese e su ordine espresso della BCE, il ministro Tremonti, Berlusconi e il governo, con l’obiettivo del fatidico pareggio di bilancio, hanno partorito una manovra-monstre che è di 25,7 miliardi nel 2012 sino ad arrivare nel 2013 a 49,8 miliardi di euro, suscitando la condivisione dei vertici economici europei, il “”grande apprezzamento” della cancelliera tedesca Merkel, la sottoscrizione del decreto del Presidente Napolitano e il nullismo politico della sedicente “opposizione” parlamentare, con gli annessi sindacati governativi. La manovra è una babele di tagli generalizzati a partire dai 6 miliardi nel 2012 e di 2,5 nel 2013 nei Ministeri sino ai 6 miliardi nel 2012 e di 3,5 nel 2013 negli Enti Locali. Il pagamento del TFR per i lavoratori (per le uscite di anzianità, non di vecchiaia) sarà posticipato a 24 mesi (non più 6), senza interessi. Le tredicesime dei lavoratori, nelle amministrazioni che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa, saranno a rischio. Con l’alibi della riduzione dei costi si procede all’eliminazione dei piccoli comuni sotto i 1000 abitanti e di una trentina di Province (sotto i 300 mila abitanti), senza prevedere chi debba avere le attuali competenze di questi enti, che in genere sono sovra-comunali, il cui risparmio riguarderebbe esclusivamente il taglio della classe politica, ma che sarebbe prontamente sostituita da esosi manager pubblici e/o privati e sarebbe un’ulteriore giustificazione alla privatizzazione di fornitura di beni e servizi, con le competenze oggi spettanti alle province, in materia di formazione professionale e lavoro, privatizzate, con temi come la sorveglianza ambientale o dell’edilizia scolastica accantonati, così come la manutenzione delle strade, dei boschi e del territorio e con la mobilità forzata dei dipendenti stessi. Vengono inoltre soppressi gli enti pubblici non economici con meno di 70 unità. Vengono annullate e spostate alla domenica festività significative e di lotta del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno, per aumentare la “produttività” nazionale. A partire dal 2016 sale l’età per la pensione di vecchiaia per le donne che salirà a 65 anni nel 2027. Viene applicato anche nella scuola, come era già stato deciso per le altre amministrazioni pubbliche, la cosiddetta finestra mobile per la pensione con l’uscita ritardata di 12 mesi a decorrere dal raggiungimento dei requisiti d’età. I servizi pubblici locali a rilevanza economica, alla faccia del voto referendario, saranno privatizzati. Per favorire questo processo, saranno premiate (stanziati 500 milioni di euro) quelle amministrazioni locali che venderanno le proprie quote azionarie. E la tassazione dei redditi invece di toccare veramente i patrimoni (per esempio quelli superiori ai 5 o ai 10 milioni di euro) e le grandi rendite finanziarie si limita a una tassa di solidarietà modesta sui redditi oltre i 90 e i 150 mila euro per 3 anni, mentre invece la manovra colpisce ancora una volta i ceti medi e la sbandierata lotta all’evasione fiscale rimane lettera morta. E dulcis in fundo, come spiegato da Sacconi in conferenza stampa, l’estensione erga omnes, retroattivamente, degli accordi Fiat che si collega direttamente a quanto previsto dal patto interconfederale del 28 giugno, con la ”novità” della prevalenza dei contratti aziendali su quelli nazionali e la rappresentanza sindacale “sancita” dalla maggioranza delle RSU o delle RSA e con l’annunciato pericolo di cambiare pesantemente lo Statuto dei Lavoratori, rimettendo nelle mani dei sindacati complici e dei padroni le tutele prima previste dallo stesso Statuto. Questi i provvedimenti più odiosi della manovra ferragostana ma è chiaro che essendo una manovra “in progress” solo la pubblicazione del decreto darà una risposta definitiva sulla sua micidiale portata. La Confederazione Cobas, a partire da settembre, metterà in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie per rispedire al mittente questa famigerata manovra. CONFEDERAZIONE COBAS

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Chiusura estiva sportello legale

Gli sportelli legali di mercoledì nella sede aziendale CobasComune in Via dei Pepi 47/r ore 17,30

e del giovedì, stessa ora, in Via Ragazzi Del99 44 presso la sede provinciale della Confederazione Cobas riprenderanno mercoledì 13 e giovedì 14 settembre.

Per urgenze di qualsiasi tipo telefonare al 3287604530

o scrivere a sportello.illegale@gmail.com

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Dieci anni fà…Genova

Care/i, oggi esattamente dieci anni fa veniva barbaramente assassinato Carlo Giuliani durante quella macelleria messicana (tale l’ha definita un poliziotto riferendosi alla scuola Diaz) che è stata Genova 2001. Nel decennale un servizio che ho visto e che mi è sembrato meno disonesto degli altri è stato quello proposto da blob domenica scorsa e se qualcuno può recuperarlo può guardarselo. E’ certamente importante non solo ricordare quegli accadimenti, ma riproporsi oggi in questo periodo ed in quella città per rilanciare tutte le problematiche (che facili profeti siamo stati!) che quelle giornate ponevano e che oggi ci ritroviamo sulla nostra pelle: la precarietà della vita e del lavoro, le devastazioni ambientali, le guerre per il petrolio per il profitto e neo-coloniali, la distruzione di qualunque forma di welfare, l’attacco frontale alla sanità ed alla scuola pubblica, la privatizzazione dei beni comuni a partire dall’acqua e chi più ne ha più ne metta. Purtroppo personalmente per svariati motivi non ci sono e non potrò esserci a Genova in questi giorni (e sono amareggiatissimo per questo), ma invito tutte/i coloro che possono, a partecipare attivamente alle discussioni, alle manifestazioni per essere protagonisti del riannodare del filo dei movimenti e del rilancio delle lotte altermondialiste. Ma voglio tornare a Genova del 2001 proprio per evitare la distorsione della realtà di quanto accadde in quei giorni e perchè il filo della memoria non sia mai spezzato. Parlo in prima persona, ed ovviamente per esperienza diretta, ma certamente credo di interpretare il pensiero di tutte/i le/i partecipanti a quelle giornate, anche nella molteplicità delle posizioni politiche, lì divenute un arricchimento avendo come base comune l’avversione alle devastanti politiche cosidette neo-liberiste. Ed in comune c’è anche la violentissima e preordinata repressione di piazza, nelle caserme e nelle carceri che non ha fatto alcuna distinzione nel movimento fra “buoni” e “cattivi” e cosidetti “violenti” e “non-violenti” (che qualche imbecille continua ancora a riproporre): i feriti, i carcerati, i torturati erano di posizioni politiche anche molto differenti, senza contare i giornalisti, i sanitari e gli avvocati. A proposito di quegli imbecilli, ricordo loro che se proprio una distinzione fra buoni e cattivi vogliono farla, prendano esempio dai valsusini e dal movimento notav. Nel ricordare che contro di loro è stato usato il “metodo genova” come loro stessi l’hanno definito, hanno dichiarato a chiare lettere che da una parte c’era chi aveva preordinato a tavolino la violenza contro il movimento no-tav e dall’altro c’era chi quella violenza l’ha subìta, fossero sindaci, o settantenni, o bambini, o chi portava protezioni contro i gas lacrimogeni e da quella violenza dovevano difendersi: infatti si sono definiti tutti no-tav punto e basta. Tornando a Genova per ricordare cosa è realmente stata basta riportare la condanna di Amnesty International con queste lapidarie parole: “Il G8 di Genova è stata la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”. Ma come si sa, Amnesty International è un notorio covo di bolscevichi, anarchici e black block. Senza contare le proteste di tantissime ambasciate per le violenze subìte da propri cittadini. Un morto, 1.500 feriti (più o meno ufficiali), violenze gratuite contro i manifestanti, cariche a freddo,, torture, carcerazioni, la macelleria della Diaz, i successivi processi farsa contro decine e decine di manifestanti (fra cui chi vi scrive) sono l’indice più chiaro della scelta politica presa a tavolino di attaccare e distruggere militarmente e giudiziariamente il movimento nella sua molteplicità. Il resto è mero tentativo di invertire la realtà di 180 gradi. I mandanti di quella macelleria siedono tranquillamente nel Parlamento di questo paese. Il sig. Fini, il “democratico”, che ancora deve spiegare cosa ci faceva da vice presidente del Consiglio insieme al comandante generale dei carabinieri in “sala operativa”, mentre si massacrava la gente in piazza. O il sig. Castelli che ha visitato Bolzaneto ed afferma che era tutto regolare. O il Sig. Scajola che da ministro dell’interno non ha sentito i dovere di dimettersi dopo quel massacro, mentre il suo omologo svedese per un ferito molto grave a Goteborg si dimise immediatamente. Scopro l’acqua calda dicendo che massacrare il movimento è stata una direttiva politica, garantendo anche le dovute coperture. Non si spiegherebbe altrimenti come mai tutti i condannati per i fatti di Genova da Di Gennaro in giù hanno goduto di varie promozioni. Ma non solo. I reati per cui sono stati condannati sono destinati ad andare in prescrizione. Ciò anche grazie alla scelta bipartisan di non introdurre il reato di tortura nel nostro ordinamento giudiziario. E non parliamo dell’altra scelta, sempre bipartisan, di istituire una seria commissione di inchiesta sui fatti di Genova. E fra questi figuri poi si annidano coloro che parlano di buoni e cattivi e di violenti e non violenti nel movimento: ma sparite dalla faccia della terra! E vogliamo ancora ricordare le prove costruite ad arte contro i manifestanti e i massacrati della Diaz? O le immagini dei carabinieri che sono stati fotografati mentre si travestono da black block? Ma soprttutto voglio ricordare a me e a tutte/i che l’assassino di Carlo Giuliani è ancora in libertà! E dico anche che la mia idea è che l’assassino non è Placanica, ma qualcuno molto più in alto, di cui allora si vociferò, e che si era già distinto, durante le cosidette operazioni umanitarie all’estero, proprio quelle operazioni nelle quali si sono scoperti stupri contro le donne inermi e violenze gratuite sui civili.Placanica è stato l’utile idiota da dare in pasto alla pubblica opinione con chissà quali promesse. Ma evidentemente quelle promesse sono state poco, o per evitare rischi successivi a Placanica gli accadde uno strano “incidente” con la sua auto alla quale erano stati manomessi i freni. Basta tutto ciò per avere un rigurgito ed un fremito di rabbia e di ribellione? Io credo di si, sebbene qui sia rccontata una minima parte degli accadimenti di quei giorni e dei periodi successivi. Ed è per questo che noi da Genova dobbiamo ripartire. Da quanto allora ponevamo in termini di rivendicazioni e previsioni. Oggi a distanza di dieci anni possiamo dire che avevamo maledettamente ragione, e quando hai ragione da vendere e i movimenti nascono e crescono autonomamente sulle singole tematiche il potere usa tutte le forme a propria disposizione per frenare questa crescita: dalla cooptazione alla violenza militare di piazza e stragista. E da Genova ripartiamo per riannodare le fila dei movimenti. Del resto non ripartiamo dal nulla, ma, giusto per ricordare le ultime fasi, quanto sta accadendo nel nord africa fino a diversi paese arabi, le battaglie (vinte) sull’acqua pubblica e contro il nucleare, le battaglie sui beni comuni, contro le discariche etc., la resistenza ancora putroppo minoritaria contro i diktat di Marchionne, e chi più ne ha più ne metta, sono la strada collettiva per conquistare quel nuovo mondo oramai indispensabile, di cui tanto abbiamo parlato e parliamo. Tutto ciò lo dobbiamo peraltro a Carlo e a tutti i Carlo che nel corso della storia dell’umanità per conquistare i diritti inalienabili negati, hanno perso il bene più più prezioso: la vita. Per questo concludo rammentando a me e a tutte/i che CHI NON HA MEMORIA NON HA FUTURO. Un abbraccio a tutte/i Salvatore Stasi

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Programma Iniziative 19-24 Luglio a Genova

Genova 19-24 luglioGenova 19-24 luglio 2011 Queste sono le iniziative promosse dai COBAS e quelle collettive alle quali i COBAS parteciperanno Dieci anni dopo quelle letture e quelle analisi purtroppo sono diventate realtà, si sono concretizzate in una delle peggiori crisi economico-finanziarie degli ultimi 70 anni che si va ad intrecciare con una crisi climatica che ci porterà, nell’arco di venti o trent’anni, a vivere un mondo molto diverso da come lo abbiamo conosciuto. Per questo quegli stessi movimenti ed altri che negli anni sono cresciuti e si sono consolidati hanno scelto di ritrovarsi a Genova. Oltre 300 iniziative, un mese di eventi per parlare, confrontarsi, ripensare ad una nuova stagione di protagonismo. Noi ci saremo. Speriamo di incontrarci. Genova 19-24 luglio 2011 Queste sono le iniziative promosse dai COBAS e quelle collettive alle quali i COBAS parteciperanno Martedì 19 luglio h. 9.30- 20 c/o Auditorium deI Matitone: Seminario interno dei COBAS Scuola (aperto ad iscritti/e e invitati/e): “Analisi generale della situazione politica, sindacale e sociale in Italia, Europa, Maghreb – Mashrek”. h. 20.30 Iniziativa collettiva “Venti di cambiamento nel Mediterraneo: rivoluzioni e lotte per la dignità e i diritti….” in piazza Caricamento Mercoledì 20 luglio h. 9.30 – 16 c/o Auditorium del Matitone: Seminario interno dei COBAS Scuola “Invalsi, valutazione e merito, anticollaborazionismo e presidi-padroni: come proseguire la lotta contro la scuola-miseria e la scuola-quiz”. h. 16.30- 20 Iniziativa collettiva in Piazza Alimonda (in serata Spettacolo) Giovedì 21 luglio h. 9.30 – 16 c/o Auditorium del Matitone. Seminario interno dei COBAS Scuola: “La prossima campagna RSU e l’organizzazione interna Cobas” h. 16.30 – 20 Aula Magna della Facoltà di Scienze della Formazione: Seminario internazionale Scuola: “I processi di mercificazione e privatizzazione della scuola e dell’Università nell’ultimo decennio in Italia e in Europa, i conflitti conseguenti e le prospettive della lotta in difesa dell’istruzione – bene comune” Relazioni di: Piero Bernocchi (COBAS – Italia), Nico Hirtt (APED, Appel pour une école démocratique – Belgio), Ken Jones (Goldsmith University of London – Gran Bretagna), Beatriz Quiros (STES, Sindacato Scuola – Spagna), Loykas Korfiatis (OLME, Sindacato Scuola – Grecia) Dalle ore 20.30 Iniziativa collettiva: Fiaccolata da Piazza Matteotti alla Diaz Venerdì 22 luglio h. 9.30 – 13 Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi (Via Garibaldi): Seminario “Energia” della Confederazione COBAS : “Dalla vittoria referendaria alla gestione pubblico-partecipata dell’energia e dei beni comuni”. Relazioni di Vincenzo Miliucci (Confederazione Cobas), Giorgio Ferrari (Coordinamento Antinucleare salute ambiente energia),Teodoro Summa (Coordinamento Antinucleare Tarantino), Damiano Piccione (Rete Comitati Antinucleari Piemontesi), Alberto Lombardo (Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua), Fabrizio Bertini (Rete Rifiuti Zero). Presentazione del documentario” Atomi Liberi, frammenti di storia della resistenza antinucleare”. h. 16.30 – 20 Auditorium di Palazzo Rosso: Seminario internazionale “Lavoro” della Confederazione COBAS: “Le trasformazioni del lavoro in Europa: delocalizzazioni, disoccupazione, precarietà dilagante, immiserimento dei diritti e dei salari. Quale ruolo per i sindacati conflittuali e antiliberisti?” Relazioni di: Piero Bernocchi (COBAS – Italia), Giorgio Cremaschi (FIOM – Italia), Frederic Madelin (SUD – Union syndicale Solidaires – Francia), Vincenzo Miliucci (COBAS – Italia), Beatriz Quiros (Confederacion Intersindical – IAC – Spagna), un rappresentante di PAME – Grecia. h. 21 Iniziativa collettiva: Concerto in Piazza Caricamento Sabato 23 luglio h. 9.30 – 13 Auditorium di Palazzo Rosso: Iniziativa collettiva su “Strategie comuni in Europa-Maghreb /Masshreq. Sostegno alle rivoluzioni della dignità. Per la democrazia, il lavoro, la giustizia e la pace. Contro la guerra, le occupazioni, la repressione” h.17 – 20 Manifestazione finale c/ corteo da Sampierdarena a Caricamento (con concerto alle h. 21) Sono inoltre previste 4 piazze tematiche (dalle 15 alle 16.30) su: Lavoro, Beni Comuni, Migranti, Guerra. Domenica 24 luglio h. 9.30 – 13.30 Assemblea Internazionale Assemblea Internazionale: “Loro la crisi, noi la speranza: dalla vittoria dei referendum alla agenda internazionale di iniziative del Movimento Altermondialista“ per il 2011-2012 (S. Salvatore – p.zza Sarzano)

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