Ennesima aggressione ad un nostro collega

A Scandicci, sabato mattina 2 maggio 2015, abbiamo assistito all’ennesima aggressione di un
cittadino ai danni di un nostro collega autista (Sergio), colpevole di aver suonato il clacson per
far spostare alcune auto che erano posteggiate davanti ai cassonetti da svuotare. Da un negozio
li vicino è uscito, come una furia, un signore di circa 65 anni che in un primo momento ha
inveito a male parole contro l’autista del side-loader, poi non contento è rientrato nel negozio e
presa un’asta di ferro (quella che serve per abbassare la saracinesca) si è scagliato contro il
camion frantumando il vetro lato-guida mentre il nostro collega stava svuotando il cassonetto e
quindi non poteva nemmeno allontanarsi dall’aggressore. Nel pararsi dai colpi ripetuti contro di
lui, ha riportato delle lesioni e contusioni al braccio oltre allo stato di panico in cui è caduto e
dai cui ancora non si è ripreso.
Purtroppo siamo ancora una volta ad esprimere la nostra solidarietà a Sergio, che come in
passato Nevio, Alessandro e altri ancora, sono stati vittime di aggressioni frutto di un clima di
intolleranza sempre più esasperato, nei confronti di chiunque operi su strada come noi, come gli
autisti Ataf e quant’altri.
Le motivazioni di questo clima sono futili: oltre ai problemi di ingombro e rumorosità dei
nostri mezzi, siamo visti e percepiti come i principali responsabili del caro-bolletta dei rifiuti,
per cui qualche cittadino si sente autorizzato a ogni tipo di protesta spesso ingiustificata che
talvolta può sfociare in violenza non solo verbale. Vogliamo ricordare che tutti noi ci siamo
sempre impegnati a sottrarsi ad ogni tipo di provocazione anche solo verbale, pur soggetti allo
stress che lavorare per strada -spesso da soli- comporta.
Dobbiamo sottolineare che in caso di aggressione l’azienda non offre assistenza legale per i
danni fisici-morali che subiamo, grazie ad un vuoto contrattuale e normativo che andrebbe
colmato, preoccupandosi solo di rivalersi per i danni procurati alla stessa azienda.
Certo, l’introduzione dei sistemi di geo-localizzazione (GPS), non risolverà il problema delle
aggressioni anche se viene propagandato come un ulteriore sistema di sicurezza per noi.
Chissà… forse sarebbe meglio pensare, in materia di sicurezza, di dotare i mezzi aziendali di vetri antisfodamento

Confederazione Cobas Lavoro Privato

Cobas Quadrifoglio

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Pausa natalizia per lo sportello legale

Lo sportello legale rimarrà chiuso durante le feste natalizie e riprenderà normalmente le sue attività a partire dal 9 Gennaio 2013

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Sportello Legale

Dal prossimo mercoledì 12 settembre stesso orario (17,30-19-00) in via Dei Pepi 47/r riprendono le attiviltà dello sportello legale

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Appello ai cittadini

 

APPELLO AI CITTADINI.

 

NON LASCIAMO CHE

CIO’ACCADA!!!

LUNEDI’ 6 AGOSTO 2012

SCIOPERO NAZIONALE

POSTE ITALIANE S.P.A.

 

PRESIDIO P.ZZA STROZZI

ORE 10,30 – FIRENZE

 

 

POSTE ITALIANE : un’azienda nata per garantire il servizio pubblico postale e tutelare il piccolo risparmio, divenuta S.p.A. 1998, ma ancora interamente di proprietà del Ministero dell’Economia, unico azionista e quindi a tutti gli effetti pubblica che nonostante gli utili di bilancio degli ultimi 8 anni

chiude più di 1100 uffici postali “minori” e taglia altri

12.000 POSTI di lavoro NEL RECAPITO ENTRO FINE ANNO.

QUESTO SIGNIFICHERA’ LA FINE DEL SERVIZIO PUBBLICO;

Un po’ di informazione sui passaggi più significativi che ne stanno decretando lo smantellamento.

  • Dal 2005 al 2011 (riorganizzazione ancora in corso) si è passati da 5048 uffici di Recapito a 2924, le conseguenze per gli utenti: per ritirare una raccomandata un pacco e la posta che arriva sempre più in ritardo devono fare decine e decine di chilometri con maggiori disagi (a volte insormontabili) per anziani e portatori di handicap, si creano così di fatto utenti di serie A ,quelli delle grandi città, e utenti di serie B, quelli dei comuni più piccoli.

  • Luglio 2010 taglio, sempre nel recapito, di 5857 unità e soppressione del servizio il sabato con conseguenze negative sia per cittadini che per i dipendenti.

  • 2012 progetto di chiusura di circa 1200 uffici postali (UP) definiti “MINORI” dei piccoli comuni e zone limitrofe con chiari disagi per l’utenza, ricadute sugli uffici che rimangono e fine, anche, della funzione sociale dell’UP come presidio pubblico nei piccoli comuni.

  • 2012 Recapito taglio di 12.000 posti di lavoro, esuberi e aumento dei carichi di lavoro per i lavoratori che restano, aumento dei rischi per la sicurezza ed ulteriore inevitabile scadimento della qualità del servizio.

Tutto questo nonostante il bilancio dell’azienda, dai 292 milioni di euro di attivo del 2005 sia salito, in un crescendo continuo, fino ai 1.081 milioni nel 2010 ed ai 846 nel 2011.(e dicono che sono in crisi)

Se non interviene una inversione di tendenza a difesa del servizio pubblico saràla fine del servizio postale universale e della tutela del piccolo risparmio garantiti da Poste Italiane.

È infatti pronto il progetto di soppressione di Poste Italiane che prevede, entro il 2013:

– Trasformazione del bancoposta in banca (non abbiamo certo bisogno di un’altra banca).

– Forte riduzione del servizio postale universale (non avremo più lo stesso diritto di ricevere la posta).

– Spacchettamento del recapito a favore di tutti i soggetti, grandi e piccoli, che vorranno appaltarsi solo i territori ed i servizi più fruttuosi (in un valzer di appalti e società, da chi andremo a cercare la nostra posta?)

Siamo fermamente convinti che il servizio postale, per il suo ruolo di connessione sociale e per la funzione di tutela del piccolo risparmio, possa essere considerato un bene comune.Per difendere questo bene comune, il servizio pubblico, l’occupazione e tutti i beni comuni, non dobbiamo rassegnarci ma prendere l’iniziativa e lottare uniti,

Cittadini, Movimenti, Amministrazioni Comunali e Lavoratori.

 

COBAS LAVORO PRIVATO – COBAS POSTE.C.U.B. POSTE Collettivi Unitari di Base.

ROMA TEL. 06-77591926. www.cobasposte.it , poste@cobasposte.it MILANO Tel. 3477602660. cubposte.altrevista.it, cubposte@tiscali.it

 

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Sciopero delle Poste

POSTE ITALIANE : un’azienda nata per garantire il servizio pubblico postale e tutelare il piccolo risparmio, divenuta S.p.A. 1998, ma ancora interamente di proprietà del Ministero dell’Economia, unico azionista e quindi a tutti gli effetti pubblica che nonostante gli utili di bilancio  degli ultimi 8 anni
chiude più di 1100 uffici postali “minori” e taglia altri
12.000 POSTI di lavoro NEL RECAPITO ENTRO FINE ANNO.

QUESTO IL PROGETTO DI POSTE ITALIANE PER ATTREZZARSI  CON UNA PIU’ MARCATA LOGICA DI MERCATO ALLA LIBERALIZZAZIONE IN ATTO.

Quasi 100.000 posti di lavoro persi dal 1998 ad oggi con conseguente aumento del carico di lavoro su chi è rimasto e una logica diminuzione della qualità del servizio offerto.
Dopo la “riorganizzazione” del 2006, si è passati da 5.048 uffici di recapito del 2005 ai 2.924 del 2011 ed il processo di accorpamento ancora non è concluso. Sono sempre di più gli utenti che devono percorrere decine di chilometri per recuperare pacchi, raccomandate e posta che arriva sempre più in ritardo.
Nel recapito, l’ultima riorganizzazione risale ad appena 21 mesi fa (luglio 2010) ed ha causato il taglio di 5.857 unità e la soppressione del servizio il sabato, le sue conseguenze negative ancora affliggono dipendenti e cittadini.
Nel bancoposta, il personale, rimasto quantitativamente invariato da sempre, è soffocato da decine di servizi e prodotti nuovi che mettono in secondo piano i servizi peculiari delle Poste (libretti, buoni postali, pensioni, bollettini); le file diverranno ancora più lunghe negli uffici dove si riverseranno i “cittadini minori” degli uffici chiusi e più gravoso sarà il carico di lavoro.
Se non interviene una inversione di tendenza a difesa del servizio pubblico sarà la fine del servizio postale universale e della tutela del piccolo risparmio garantiti da Poste Italiane.
Eppure, il bilancio dell’azienda, dai 292 milioni di euro di attivo del 2005 è salito in un crescendo continuo, fino ai 1.081 milioni nel 2010 ed ai 846 nel 2011, nonostante la crisi dichiarata dall’azienda a giustificazione dei tagli.
Quale uso faccia di questo denaro una società che deve garantire il servizio postale e tutelare il piccolo risparmio non è dato sapere.
Sicuramente una gallina dalle uova d’oro sulla quale già da tempo, con l’avallo della politica istituzionale, hanno messo gli occhi i poteri bancari e finanziari.
È infatti pronto il progetto di trasformazione del bancoposta in banca e lo spacchettamento del recapito a favore di tutti i soggetti, grandi e piccoli, che vorranno appaltarsi solo i territori ed i servizi più fruttuosi.
Per 12.000 lavoratori (il 10% dei posti di lavoro che si stima di perdere in Italia nel prossimo anno a causa della crisi) con la riforma dell’articolo 18 e la presunta passività del recapito, si prospettano mobilità, cassa integrazione e cessione di ramo d’azienda e non più prepensionamenti, dopo lo svecchiamento del 2010, gli esodati, le nuove leggi e l’aumento dell’età pensionabile, o ricollocamento nel bancoposta, destinato a tagli ben peggiori con la trasformazione in banca.
Noi abbiamo sempre combattuto il clientelismo politico che ha fatto scempio del danaro e del servizio pubblico e  la privatizzazione di Poste ed a favore di un ritorno ad una gestione pubblica. Oggi ci battiamo  contro questo progetto che, di fatto, cancella Poste Italiane come soggetto  pubblico garante dei servizi postali e di bancoposta e da il via ad una vera e propria privatizzazione totale dei servizi postali.

Per informare i cittadini, le amministrazioni, i movimenti e le associazioni, di quanto sta accadendo, abbiamo organizzato diverse iniziative pubbliche a livello locale, ora è necessario dare un respiro nazionale ai diversi momenti di informazione e lotta prodotti su tutta la penisola 
LUNEDI’ 6 AGOSTO 2012 SCIOPERO NAZIONALE DI 24 ORE
DI TUTTI I LAVORATORI  DI POSTE ITALIANE SPA
 a difesa del servizio pubblico postale e dell’occupazione
MANIFESTAZIONE A FIRENZE   PIAZZA STROZZI   ORE 10,30.

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Chiusura estiva sportello legale

Lo sportello legale terrà la sua ultima apertura prima della pausa estiva merc. 25 Luglio dalle 17.30 alle 19

Riprenderà il merc. 5 Settembre sempre con il solito orario

per urgenze:328/7604530

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una dichiarazione di guerra

Dichiarazione di guerra

Il governo Monti, governo di banchieri e padroni con il sostegno attivo di quasi tutto lo schieramento parlamentare, dopo la guerra contro i lavoratori del settore privato, ne ha dichiarato un’altra contro i lavoratori pubblici e, insieme, contro tutto ciò che di pubblico e sociale esiste in questo Paese.

Dopo le “riforme” delle pensioni e del mercato del lavoro, la guerra di sterminio prosegue contro i dipendenti pubblici e con lo smantellamento di ciò che rimaneva dello “stato sociale”.

Decenni di clientele, di collusione con le organizzazioni criminali, di sperperi di denaro pubblico attraverso appalti miliardari, di ruberie organizzate, di stipendi e pensioni d’oro elargite a manager e dirigenti incapaci e inefficienti nominati dai partiti al potere locale e centrale, milioni di euro spesi per ricchissime consulenze affidate agli amici degli amici. Ebbene, dopo tutto ciò, il risanamento dei conti dello Stato devono pagarlo ancora, come sempre, i lavoratori.

Il decreto che scatena questa guerra non è una manovrina, ma un taglio di 26 miliardi in 2 anni: la conclusione di un processo iniziato in epoca immemorabile, che sancisce la morte dell’idea stessa di Stato in qualche modo redistributore della ricchezza attraverso l’offerta (resa possibile dalle entrate fiscali) dei servizi di base ai cittadini.

Decimazione dei dipendenti, blocco dei salari e blocco di fatto delle assunzioni.

Dimezzamento del numero delle Province.

Per il 2012 e 2013: tagli per 3miliardi al Fondo sanitario nazionale; risorse tagliate del 5% per la fornitura di beni e servizi ospedalieri; 18mila posti letto azzerati negli ospedali; interi pezzi della sanità pubblica messi KO, con la chiusura di mille reparti ospedalieri, a causa dalla drastica riduzione dei trasferimenti di risorse alle Regioni.

Regioni, che verranno ulteriormente depredate di altri 2miliardi tra 2012 e 2013. Destino che riguarderà anche le Province per 1miliardo e mezzo e i Comuni per 2miliardi e mezzo.

Sotto la scure anche Tribunali, Procure, Uffici del Giudice di pace, uffici dell’Agenzia delle Entrate.

E ancora: taglio dei permessi sindacali, ferie imposte d’agosto, riduzione dei buoni pasto, ecc.  Per contro, sono sparite parole come “tassa sui grandi patrimoni” e “tassazione degli affari finanziari”.

In Grecia, i lavoratori sono stati messi in ginocchio a partire dal pubblico impiego. Da noi, l’attacco al pubblico impiego, già iniziato ai tempi del ministro Brunetta, arriva a perfezionarsi adesso, come a coronamento dell’assalto al lavoro privato condotto dalla ministra Fornero. Ma, cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia: l’Italia sta andando verso la Grecia.

Padroni e governo vogliono farci credere che l’economia possa ripartire con milioni di disoccupati e precari, attraverso l’immiserimento feroce del salario e delle pensioni, l’esproprio dei diritti sociali e civili. A questa crisi ne seguirà un’altra e poi un’altra ancora, perché è il sistema che è malato.

Ora basta con le menzogne sull’ “equa distribuzione degli inevitabili sacrifici richiesti dai mercati”! Non c’è più spazio, né politico né sindacale, per patteggiamenti, attendismi o divisioni.

Sciopero generale, subito, di tutti i comparti pubblici e privati del lavoro dipendente, a oltranza se è necessario.

La lotta è per sopravvivere.

Cobas Comune di firenze Via dei Pepi 47/r – Tel 055245145 Fax 0552268120 E.mail    cobas.comunefi@libero.it

 

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Ingiustizia è fatta

COMUNICATO STAMPA

INFORTUNIO SUL LAVORO ALLA RICHARD GINORI, INGIUSTIZIA E’ FATTA

Si è consumato presso il tribunale di Firenze un’episodio a nostro giudizio grave e sconcertante, che  indigna e che mette in evidenza i limiti e i problemi della giustizia nel nostro paese, e che certamente contribuisce ad alimentare quel senso di sfiducia e di impotenza da parte dei cittadini, di fronte ai meccanismi di un sistema che, oltre ad avere dei tempi certamente non compatibili con una normale definizione di giustizia, è attraversato da episodi, come quello qui di seguito, che negano, per incuria e approssimazione da parte di chi dovrebbe amministrarla, addirittura la possibilità di svolgere un processo e individuare le responsabilità di un infortunio sul lavoro.

L’episodio si riferisce ad un grave infortunio avvenuto circa 5 anni fa ad un lavoratore della Richard Ginori. Dopo le indagini svolte dalle autorità di vigilanza e la fase istruttoria era stato individuato come possibile responsabile dell’infortunio, in qualità di datore di lavoro,  l’allora Amministratore Delegato della nota industria di porcellane di Sesto Fiorentino, chiamato a rispondere di lesioni personali gravi.

Il 3 luglio doveva iniziare il processo  penale ma il giudice ha proceduto ad annullare il processo stesso riconoscendo come valide le eccezioni della difesa che sosteneva che il Pubblico Ministero, nell’esporre il fatto che aveva dato oggetto al procedimento penale, aveva fornito una descrizione lacunosa, omettendo di descrivere la dinamica dell’infortunio, e tralasciando addirittura di specificare che si trattava di un infortunio sul lavoro. Il giudice ha quindi disposto la restituzione degli atti alla Procura ma, visti i tempi strettissimi, difficilmente si potrà riformulare il capo d’accusa e fare un nuovo processo prima della scadenza dei termini di prescrizione.

Quindi per un errore del Pubblico Ministero, per un suo atteggiamento a dir poco sconcertante per superficialità e approssimazione (che altro altrimenti?) non sarà possibile individuare nessuna responsabilità penale e al lavoratore verrà probabilmente sottratta la possibilità di ottenere giustizia.

L’Organizzazione Sindacale Cobas, nel manifestare la propria piena solidarietà al lavoratore,   esprime tutto il proprio sconcerto  di fronte  a questo episodio e si chiede, ben conoscendo quali sono le conseguenze per il lavoratore stesso, che conseguenze invece ricadranno sul Pubblico Ministero a fronte di responsabiltà così evidenti e di un atteggiamento palesemente in contrasto con le sue funzioni.

4 luglio 2012                                                                                                 Cobas del Lavoro Privato
Firenze

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Quale futuro per i servizi domiciliari?

 Quale futuro per i servizi domiciliari?

“Favorire il più a lungo possibile un’ idonea permanenza della persona fragile o non autosufficiente presso il proprio domicilio” è il primo degli obiettivi  contenuti nel Piano Integrato di Salute della nostra città.
A questa giusta affermazione di principio non è purtroppo seguito il naturale rafforzamento dei servizi domiciliari, anzi si assiste ad un progressivo depotenziamento degli stessi.
Questo depotenziamento si può facilmente riscontrare confrontando le risorse messe a disposizione negli ultimi anni:
i servizi gestiti direttamente dal Comune con proprio personale vedono impegnati circa la metà dei 92 operatori previsti dall’accordo siglato con le RSU nel 2004, rendendo ancora più residuali i servizi a gestione diretta.
i servizi dati in appalto alle cooperative hanno visto una riduzione di ore di servizio che dal picco di 26.000 ore dell’estate 2005 si sono gradualmente ridotte a 21.000 nel dicembre 2009, a 20.000 nell’ottobre 2010 fino alle attuali 17.500 .
I Servizi Assistenziali di tipo domiciliare esternalizzati sono stati affidati dal Comune di Firenze ad una Associazione Temporanea di Imprese  che vede la Cooperativa Di Vittorio gestire i servizi dei quartieri  2,3,4  e la cooperativa Castello quelli dei
quartieri   1 e 5.
Quest’ultima dal 1 febbraio 2012 ,con rinnovo dal 1 giugno 2012, ha attivato per i propri dipendenti la Cassa Integrazione in Deroga a copertura delle ore rimaste vuote in seguito ai tagli operati dal Comune.
La Cassa Integrazione in Deroga potrà essere garantita solo fino al gennaio 2013, e se la prossima gara sarà fatta sulla base delle attuali 17.500 ore la prospettiva per decine di lavoratori sarà il licenziamento.
-Il Comune sostiene che non ci sono richieste da parte dell’utenza, ma in realtà il problema è la difficoltà di accesso al servizio , non certo la mancanza del bisogno da parte di anziani e disabili.
Infatti:
-i cittadini devono contribuire al pagamento di questo servizio in base al reddito,con costi spesso onerosi per anziani con pensioni esigue e simili ai costi di una gestione privata.
-Le reti di solidarietà e il volontariato, che dovrebbe essere di supporto al servizio pubblico, sta in realtà sostituendosi ad esso , con un decadimento della qualità del lavoro e dei diritti dei cittadini.
Chiediamo che il Comune prima del rinnovo della gara di appalto già scaduta e ripetutamente prorogata, chiarisca con i lavoratori e i cittadini cosa intenda fare di questo servizio e dei lavoratori che vi sono coinvolti.
                                          Per questi motivi
               LUNEDI’ 2 LUGLIO 2012 a partire dalle ore 15
              PRESIDIO davanti al Comune di Firenze (piazza Signoria)
            di lavoratori dell’assistenza domiciliare e utenti

Gruppo di lavoro assistenza domiciliare,Cobas Lavoro privato ,
                           CUB Sanità, Associazione ADiNa

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lavoratori delle poste in lotta

http://www.youtube.com/watch?v=__4bkorLDSA

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